
5 errori comuni che fanno sprecare budget nelle campagne Google Ads (e come evitarli)
Gestire campagne Google Ads nel 2025 richiede molto più che scegliere due keyword, impostare un budget e aspettare miracoli. Eppure, tantissime aziende – piccole e grandi – continuano a commettere gli stessi errori che finiscono per bruciare il budget senza portare alcun risultato.
In questo articolo ti porto nel cuore del problema: quali sono gli errori più comuni nelle campagne Google Ads e, soprattutto, come evitarli con strategie pratiche e facilmente applicabili. Niente fuffa: solo esperienza sul campo, test, numeri e soluzioni reali.
1. Non sapere cosa vuoi ottenere (sul serio)
Potrà sembrare banale, ma la mancanza di un obiettivo chiaro è uno degli errori più frequenti. “Voglio più clienti”, “voglio essere primo su Google” non sono obiettivi, sono desideri. Un obiettivo ben definito in Google Ads è qualcosa come:
- Aumentare le richieste di preventivo da mobile in provincia di Torino;
- Ottenere almeno 100 lead al mese con un CPL massimo di 10 €;
- Vendere prodotti con margine sopra i 30 € a un ROAS minimo di 3.
Un altro errore frequente è non collegare gli obiettivi delle Ads alla realtà del business. Ad esempio, una PMI che vende serramenti in una singola provincia non dovrebbe puntare su keyword nazionali, ma ottimizzare per il traffico locale.
Definire obiettivi concreti e misurabili ti consente di:
- Scegliere meglio le keyword;
- Impostare il budget in modo intelligente;
- Valutare se la campagna sta funzionando davvero o no;
- Fare ottimizzazioni mirate.
2. Scegliere parole chiave a caso (o solo generiche)
Una delle trappole più diffuse è affidarsi a keyword troppo generiche, tipo “assicurazione”, “ristorante”, “fisioterapista”. Certo, queste keyword hanno tanto traffico, ma anche:
- CPC elevatissimi;
- Bassa intenzione d’acquisto;
- Altissima concorrenza;
- Scarso controllo sul tipo di utente che clicca.
Il risultato? Soldi che volano via senza portare nulla.
Le parole chiave vanno scelte con:
- Analisi dei volumi + CPC stimato;
- Uso delle corrispondenze (generica, a frase, esatta);
- Test delle query effettive (quello che l’utente digita davvero);
- Focus sull’intento: informativo, commerciale, transazionale.
Un altro errore comune è non aggiornare mai la lista delle keyword in base ai dati reali. Le campagne devono evolvere nel tempo, eliminando le keyword che non portano risultati e potenziando quelle che funzionano.
Un consiglio utile: usa le parole chiave a coda lunga (long tail). Sono meno costose, più specifiche e spesso hanno tassi di conversione più alti.
3. Non ottimizzare la pagina di atterraggio
Spesso si punta tutto sull’annuncio, ma poi l’utente atterra su una pagina generica, lenta, confusa o addirittura non mobile-friendly. Risultato? Alta percentuale di rimbalzo, conversioni zero.
Una landing efficace per le Ads deve avere:
- Caricamento veloce (max 2 secondi);
- Titolo chiaro e coerente con l’annuncio;
- Una sola proposta di valore;
- Modulo o call to action visibile entro il primo scroll;
- Versione mobile impeccabile;
- Prove sociali (recensioni, casi reali);
- Nessuna distrazione: niente menu in evidenza, niente link inutili.
Inoltre, ogni pagina di destinazione dovrebbe essere pensata in funzione della keyword e dell’intento di ricerca. Se l’annuncio parla di “preventivo infissi a Roma”, non puoi rimandare a una pagina generica “Chi siamo”. Serve una pagina dedicata, con testo e offerta specifici.
Un altro dettaglio spesso sottovalutato: la coerenza visiva e semantica. L’utente che clicca su un annuncio deve ritrovare subito gli stessi colori, le stesse parole, lo stesso messaggio. Altrimenti si perde fiducia e se ne va.
4. Non tracciare le conversioni (o farlo male)
Un altro errore gravissimo: non sapere cosa succede dopo il clic. Se non hai configurato il tracciamento delle conversioni, stai praticamente volando alla cieca.
Cose da controllare subito:
- Il tag di conversione Google è installato e attivo;
- Le conversioni importanti sono tracciate (es. form, chiamate, vendite);
- Gli eventi sono verificati su Google Tag Manager e GA4;
- L’attribuzione è configurata correttamente;
- I dati sono sincronizzati con Google Ads.
Un problema comune è il tracciamento solo parziale: si monitora l’invio del modulo, ma non si tiene conto delle chiamate, delle chat, delle mail dirette. Questo porta a sottovalutare le vere performance delle campagne.
O ancora, si tracciano troppe micro-conversioni (tipo “clic sul menu”) che in realtà non rappresentano un vero valore per il business. Il tracciamento deve essere selettivo e focalizzato su azioni che generano fatturato o lead qualificati.
Se vuoi migliorare le performance, devi misurare cosa funziona e cosa no. Senza tracciamento, ogni ottimizzazione è basata su sensazioni, non su dati.
5. Lanciare e dimenticare (l’errore del pilota automatico)
Ultimo errore, ma forse il più diffuso: impostare la campagna e lasciarla correre. Google Ads non è “setta e dimentica”. È una macchina che va manutenuta e guidata.
Cosa bisogna fare ogni settimana?
- Analizzare le query di ricerca e bloccare quelle irrilevanti;
- Aggiungere keyword negative per evitare clic inutili;
- Testare nuove varianti di annunci;
- A/B test su titoli, descrizioni, call to action;
- Verificare se il budget è sufficiente per restare visibili;
- Monitorare CPC, conversioni e tasso di rimbalzo.
Ogni mese, invece, bisognerebbe:
- Rivedere l’intera struttura delle campagne;
- Analizzare quali annunci generano davvero risultati;
- Verificare se ci sono nuove opportunità (es. estensioni, segmenti di pubblico);
- Aggiornare le offerte in base alla stagionalità e alla concorrenza;
- Controllare l’andamento su dispositivi diversi (mobile, desktop);
- Valutare il ritorno sull’investimento (ROAS) reale.
L’errore più comune tra chi lavora “in casa” con le Ads è pensare che, una volta impostata, la campagna continuerà da sola. Invece serve un lavoro costante, settimana dopo settimana, per migliorare.
Conclusione: il budget non si spreca, si governa
Nel 2025, chi fa Google Ads in modo superficiale finisce per arricchire solo Google. Chi invece investe con metodo, controllo e visione strategica ottiene risultati reali.
Evita gli errori che ti ho mostrato. Studia, testa, ottimizza, misura. Monitora ogni euro. Affina ogni parola chiave. Scegli ogni landing con criterio.
E se hai bisogno di un confronto con chi queste cose le fa tutti i giorni, un esperto consulente Google Ads beh… sai dove cliccare.