Moka: storia, funzionamento e preparazione

Mentre il caffè viene oggi bevuto in tutto il mondo, l’Italia da più di 400 anni è in prima linea nello stabilirne i migliori standard in termini di come dovrebbe essere fatto e consumato correttamente.

Le parole espresso e cappuccino sono entrate a far parte di un vocabolario universale condiviso dalle persone di tutto il mondo. Le macchine da caffè italiane tra l’altro brillano in ogni caffetteria che si rispetti, dal Canada all’Australia.

La cultura italiana del caffè ha ispirato inoltre la creazione e la crescita continua di grandi catene multinazionali di caffetterie, ma la moka resta ancora oggi un’icona tipica del nostro paese.

Come nasce la moka?

Nel lontano 1933, l’imprenditore piemontese Alfonso Bialetti inventò la moka grazie ad una sua attenta visualizzazione di ciò che gli stava intorno.

Infatti, mentre osservava la moglie alle prese con il bucato (sulla classica tavoletta inclinata di legno), fu attratto dall’ebollizione dell’acqua che saliva attraverso il calderone grazie anche alla presenza della liscivia (un mix di cenere di legna e acqua bollente). La procedura affascinò a tal punto il buon Bialetti tanto che lo indusse ad inventare una macchinetta per fare il caffè.

Oggi preparare la bevanda con una moka è semplice e veloce. Inoltre, con il passar degli anni la macchinetta ha migliorato decisamente il suo lavoro; infatti, il caffè è forte e intenso rispetto a quello preparato con la caffettiera napoletana nota con l’appellativo di cuccumella.

Dal momento in cui Bialetti inventò la moka, l’azienda da lui aperta ha conquistato anche il mercato internazionale, allargando notevolmente la tipologia e il numero dei suoi prodotti, pur mantenendo sempre la sua forma ottagonale tipica.

Il modello infatti si presenta come due piramidi piatte in cima, ed entrambe avvitate l’una sull’altra di cui una raccoglie il caffè che fuoriesce e l’altra che funge da serbatoio per l’acqua. I due pezzi della moka sono tra l’altro intervallati tra loro da un filtro contenitore del caffè posizionato all’interno della base inferiore, e da un altro ubicato invece sotto alla parte alta e che permette al liquido misto a caffè di raggiungere (previa ebollizione) la caffettiera vera e propria che una volta colma consente di versarlo nelle tazzine.

Bialetti e il mondo dell’arte

Bialetti, sin dal primo giorno rappresenta l’eccellenza del Made in Italy e i suoi prodotti ancora oggi sono apprezzati in ogni angolo del mondo. L’inconfondibile forma della classica moka infatti, è diventata talmente iconica da entrare anche nei musei.

Per fare un esempio il primo prototipo della Moka Express fa parte delle collezioni permanenti del MOMA di New York ed è uno dei 100 oggetti tipici del Design Italiano.

A margine va altresì aggiunto che ad ulteriore dimostrazione del gran pregio di questa quasi secolare macchinetta per il caffè, nell’anno 2010 la Moka Express è apparsa all’Expo di Shanghai come una delle 10 invenzioni italiane che hanno cambiato il mondo.

Oggi scegliere questa iconica quanto semplice macchinetta disponibile tra l’altro di diverse dimensioni e persino elettrica, significa bere un caffè degno della migliore tradizione italiana.

Inoltre ha reso felice persino il grande Eduardo, cultore della suddetta vecchia cuccumella e convinto sostenitore del coppetiello (pezzetto di carta) da porre in cima al beccuccio per non far disperdere la fragranza della miscela appena fuoriuscita dal serbatoio (tramite il capovolgimento).

Come si prepara un buon caffè con la moka?

Per preparare un buon caffè con la moka, stando a quanto riferito dall’esperta redazione di Caffèdicasa.it, in primis è necessario avere a disposizione una miscela fresca e appena macinata (a grana molto sottile).

In secondo luogo, va detto che se la moka è nuova di zecca, bisogna fare il primo caffè portando ad ebollizione almeno una volta l’acqua inserita nel serbatoio. Tale accortezza serve a purificare la capsula bucherellata superiore e quella del contenitore per la miscela.

A questo punto la moka è pronta per fare il suo spettacolare caffè, per cui basta riempire il serbatoio con acqua di rubinetto (evitare quella oligominerale), e poi riempire l’apposito contenitore con la polvere del tipo decaffeinato, forte o intenso evitando però di pressarla eccessivamente e nel contempo senza esagerare con il quantitativo.

Quest’ultima accortezza serve tra l’altro a scongiurare che l’acqua rimanga parzialmente nel serbatoio con la conseguente fuoriuscita di un caffè troppo forte.

Premesso ciò, dopo aver gustato un buon caffè con la moka e in relazione alla miscela scelta, la pulizia della caffettiera va effettuata subito e senza usare nessun detersivo in quanto potrebbe influire sul gusto del caffè stesso.

Infine è importante aggiungere che per evitare che le parti interne della moka possano generare muffa (in caso di non utilizzo per lungo tempo) è sempre meglio asciugarla prima di riporla nel mobile da cucina.

In caso contrario prima di fare di nuovo dei caffè, conviene usare la moka a vuoto (solo con acqua e pochissimo caffè) ossia come la prima volta.