Attraverso una dichiarazione del Primo Ministro australiano Malcolm Turnbull il governo conservatore di Canberra ha reso noto di voler applicare delle limitazioni ai visti permanenti per lavoro agli stranieri ed anche a quelli sulla cittadinanza. Questa è stata una comunicazione abbastanza sconcertante se si pensa che l’Australia è un paese che si fonda principalmente sull’immigrazione, costituita da studenti provenienti da altri paesi, turisti e soprattutto da persone in cerca di un lavoro che non sia temporaneo ma stabile e duraturo.
Cosa dovrebbe cambiare secondo il governo australiano?
Il cambiamento di rotta sarà dato dal cosiddetto ‘457‘ che chiunque abbia lavorato anche per un breve tempo in Australia, conosce perfettamente. Il ‘457’ è il programma tipo per stranieri, che dura 2 o 4 anni, attraverso il quale molti immigrati alla fine del periodo di soggiorno vengono poi premiati con la residenza permanente nel paese. Questo programma viene abolito e sostituito con 2 nuove classi di visto temporaneo per sostenere i lavoratori che sono già cittadini australiani al fine di favorire prima di tutto i connazionali e poi in seconda istanza gli immigrati. Turnbull ha inoltre rassicurato che questi cambiamenti non verranno però applicati alle persone che posseggono già un visto 457. Il primo ministro ha inoltre affermato che allo scadere dei due anni sarà possibile estendere il visto ancora per altri due anni allo scadere dei quali però non sarà più possibi
le avere un ulteriore rinvio per rimanere in Australia per cui si dovrà necessariamente lasciare il paese.
La riduzione delle professioni accettate
Il governo australiano ha fatto sapere che il nuovo visto per questa categoria di lavoratori si chiamerà Temporary Skills Shortage Visa TSS e sarà rilasciato solo ad una circoscritta rosa di figure professionali specializzate con una durata eta limitata, di cui vi è una temporanea carenza di manodopera. Per il visto più accessibile, quello di 2 anni, le professioni per le quali può essere fatta domanda diventano 436 rispetto alle 651 odierne e non prevede la richiesta di un visto per lavoro definitivo. Le regole per accedere saranno molto più rigide, con esami di lingua inglese più rigorosi ed una selezione maggiore.
Qual’è il limite d’età per accedere ai nuovi visti?
Dal marzo del 2018 il 457 verrà dunque definitivamente abolito; oltre alla restrizione dei 2 anni minimi di esperienza lavorativa e ad un livello di inglese più elevato, vi è anche quella riguardante la durata età, la quale non deve superare i 45 anni. L’inasprimento e le restrizioni riguardano anche il rilascio della cittadinanza e dunque del passaporto; coloro che aspirano ad ottenerne uno, infatti, oltre ad essere soggetti a controlli maggiori da parte della polizia, dovranno anche dimostrare di essere perfettamente integrati nella società, di pagare le tasse, di avere un’occupazione stabile, di essere iscritti presso delle associazioni e di poter garantire la frequenza scolastica ai propri figli. Prima erano necessari 4 anni di residenza di cui uno almeno con visto permanente; in futuro saranno necessari 4 anni di residenza permanente prima di avere l
a possibilità di avviare la richiesta; inoltre sarà soppresso il sistema attuale che da la possibilità di provare illimitatamente a superare il test di cittadinanza: dall’entrata in vigore delle nuove limitazioni dopo 3 prove fallite il candidato dovrà pazientare altri 2 anni per poterci nuovamente riprovare.